Al mio Dan

Oggi Dan ha iniziato il suo lavoro a Sao Paulo, dal momento che non sappiamo entro quando tutta la questione del visto si risolverà.
Purtroppo in Brasile non è semplice trovare un lavoro qualificato e ben remunerato, così stasera è tornato stanchissimo, con delle ferite... quanto vorrei poter essere al suo lato, poterlo accudire e addormentarmi al suo lato...

Non ho molto di che lamentarmi, ho conoscenza, anche solo tramite i media, di situazioni ben peggiori, di sofferenze più profonde. Ciononostante la rabbia verso un mondo ottuso, che lascia spazio al denaro di innondare intere regioni e devastarle, per poi ritirarsi, ma impedisce alle persone di realizzarsi e di costruire la propria vita, il proprio percorso, è forte.

Sono certo, tuttavia, il nostro rapporto uscirà più maturo e ricco da questa ulteriore fase, seppur dolorosa. Carla afferma che non si può pretendere che i funzionari del consolato tengano conto di fattori soggettivi, emozionali; eppure non hanno a che fare con pacchi postali... dovrebbero (se sono riusciti a sbagliare il tipo di visto non è che si possa definirli in altro modo se non superficiali) analizzare documenti che rappresentano pezzi di vita delle persone, che, messi insieme, costruiscono il mosaico su cui emettere un parere...

Chissà se il tizio che ha firmato la risposta è una persona felice.

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