Lobotomia collettiva

Negli scorsi due giorni sono stato a Berlino, per la assemblea annuale dell'azienda per cui lavoro e anche per festeggiare l'imminente Natale.

Tra gli ospiti esterni c'era una coppia italiana, di cui lui è stato un nostro cliente. Non essendo mai stati a Berlino, abbiamo consigliato loro alcune possibili mete e, neanche a dirlo, alcune mie colleghe del sede locale hanno suggerito lo shopping in alcune zone.

Ieri noi del gruppo londinese abbiamo trascorso qualche ora del pomeriggio camminando nel centro della città. Uscendo dall'ufficio la domanda è stata se stessimo recandoci a fare acquisti...

Le mie due colleghe Gerda e Monika spesso vanno ad effettuare delle spese il sabato pomeriggio e volendo anche la domenica.

Alcune persone che conosco, quando vengono a Londra si dedicano agli acquisti (diamine... qui è tutto più caro!) .

Insomma! Possibile che nel mondo di oggi l'unica attività nel tempo libero che una persona può svolgere sia lo shopping?
Le folle che riempiono Oxford Street, Potsdamer Platz, Via Roma, Via Dante, Via Condotti di cosa hanno bisogno? Io mi compro vestiti quando servono, libri quando possibile e cibo quasi quotidianamente. Ciò non richiede tutti i sabati della mia vita... neanche se ogni tanto volessi togliermi un desiderio, come un capo di abbigliamento o un dvd...

Il fatto è che ormai il mondo ruota intorno al consumo, unico motore e scopo di una scietà che, ai miei occhi, è vuota. Si è se si consuma e quello che si consuma.

Ciò che mi preoccupa è come questo sia un atteggiamento generalizzato, come molti, insospettabili, siano stati illuminati da questo nuovo verbo.
Come se fossimo vittime di una lobotomia generalizzata...

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